sabato 27 giugno 2020
Messina la provincia che non legge
Inizio a scrivere questo testo sulla base della mia personale esperienza, frutto di un’attenta riflessione e di vicende relative al mondo dei libri.
Nel 1997 quattro ragazzi hanno avuto l’inventiva di proporre il festival della lettura di Mantova, anche in Sicilia pochi anni fa un gruppo di pochi giovani, hanno proposto di lanciare il Catania Book Festival.
Proprio, ieri ho avuto l’occasione ed il piacere di scambiare due chiacchiere con il direttore artistico del festival catanese, persona particolarmente colta e piacevole, il quale mi faceva presente che per la loro iniziativa hanno ricevuto i ringraziamenti del Sindaco di Catania.
Eppure, basta volgere lo sguardo nella vicina provincia di Messina per scoprire una realtà a macchie di leopardo, i lettori e le librerie rivestono la stessa funzione dei moti carbonari al tempo del risorgimento italiano; ci sono ma è come se non ci fossero.
Dal mese scorso, dopo aver contattato i gruppi di lettura di Catania, Palermo, Agrigento, letto il loro regolamento e conosciuto alcuni dei loro fondatori, ho pensato di fondare un Gruppo di Lettura anche a Messina, partendo dal presupposto di averne cercato uno ma non di averlo trovato, così insieme ad altre tre ragazze abbiamo stampato e distribuito delle locandine nelle librerie.
Quest’ultime hanno accolto la nostra iniziativa con grande entusiasmo, promettendoci altre forme di collaborazione per l’avvenire, al fine di diffondere la notizia, abbiamo inviato un’e-mail di presentazione anche ai centri culturali e ai giornali di stampa locale.
Io personalmente conoscendo alcuni di tali giornalisti ho telefonato ed esposto il nostro progetto, in parte online per permettere la massima partecipazione compatibilmente con gli impegni di lavoro e con due riunioni fisiche all'anno, le risposte ricevute sono state dal silenzio totale, dal riso allo stupore, così mi sono chiesto cosa ci possa essere di tanto buffo nel nostro progetto, poiché si tratta solo di diffondere la cultura e promuovere la lettura nella provincia di Messina.
Come sosteneva ieri Simone Dei Pieri, illustre direttore del Catania Book Festival, la radice etimologica della parola cultura deriva da coltura, quindi da coltivare, questo mi fa comprendere come nella provincia di Messina manca un’educazione alla coltura non della lettura, ma della cultura in generale.
Quindi con il presente testo, non voglio dilungarmi sull'argomento, ma vorrei evidenziare la manca possibilità da parte dei giornali in loco di diffondere un messaggio chiaro ed incisivo: “l’importanza di leggere”, c’è anche da considerare l’assenza di un diritto alla cultura, poiché oggi non tutti in Italia hanno la possibilità di accedere liberamente alle librerie per acquistare un libro, rimangono solo le librerie comunali ma sono delle realtà non molto diffuse.
Fatto tali premesse e dovendo tirare le somme, da una parte il progetto del Gruppo di Lettura non è stato ampliamento condiviso e compreso dalla stampa locale, salvo le librerie che vi hanno colto ampie possibilità di guadagno, dall'altra parte se già in provincia non si crea un aggregazione se pur minima di lettori figuriamoci di proporre un festival delle lettura come quello di Catania.
Evidentemente, nella provincia di Messina, tira di più la sagra della porchetta ad Oreto anziché una pura e semplice manifestazione letteraria, ma poiché il livello culturale è dato in questa misura non lamentiamoci poi delle scelte dei nostri governanti, ricordiamoci che “un popolo ignorante è un popolo più facile da governare” (Ernesto Che Guevara).
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