Intervista a Giuseppe Staiti autore del libro: "la risalita di Colapesce"

 

Inizio questo post, raccontando la mia chiacchierata con Giuseppe Staiti, lettore e scrittore del libro “La risalita di Colapese”.

Raccontami un poco di te da dove nasce questo tuo interesse per la scrittura?
Ciao Marco e grazie per l'intervista innanzitutto. Per quanto mi riguarda i libri sono sempre stati una mia passione imprescindibile: ho cominciato e abbandonato decine di hobby, passatempi, trastulli e sollazzi, ma i libri sono sempre stati presenti nella mia vita. Così, come ogni lettore, in fondo in fondo ho sempre avuto la tentazione di scrivere qualcosa anch'io, aspettavo solo la storia giusta da raccontare.

Com’è nata l'idea di questo libro? 
La mitologia ha sempre occupato un posto particolare tra le mie letture, in questo modo sono venuto a contatto con culture tanto lontane dalla mia, come quella scandinava o giapponese, nonché quelle più mainstream diciamo. E ad un certo punto mi è sorta una domanda paradossale: «perchè abbiamo più interesse per quelle storie lì, e poi non sappiamo nulla della nostra cultura?». Credo che il problema sia che purtroppo spesso si associa la cultura popolare Siciliana a qualcosa di antiquato e desueto, qualcosa che non ha più niente da dire. Eppure io sono convinto del contrario, e proprio su questo si concentra la mia scrittura, cioè sul dare una nuova voce alla mia Sicilia.
Durante la stesura del testo chi ti ha sostenuto?
Sicuramente i miei amici e le nostre infinite sedute di brainstorming, senza di loro Colapesce sarebbe rimasto sul fondo del mare.
In quanto tempo è stato scritto?
È stata un lavoro lungo cinque anni, anche se in modo saltuario. Come mia prima esperienza con la scrittura il difficile è stato calcarmi in un metodo, e senza quella non si mette mai la parola FINE.

Quando hai scritto il libro c'è una particolare categoria di lettore verso cui ti sei rivolto?
In primis a tutti i siciliani che vogliono riscoprire le loro origini, ma anche a tutti gli amanti del fantasy e a chi vuole ascoltare vecchie storie con nuove parole.
Avevi da sempre in mente questo titolo?
Quello viene sempre all'ultimo, ma ho dovuto fare una cernita fra i tanti e tanti titoli già usati accanto al nome di Colapesce, perché su di lui si è detto molto, anche se con poca novità. Come sottolineava già due secoli fa Giuseppe Pitrè, il più grande studioso di cultura popolare, con questa citazione che mi porto sempre dietro: "Nessuno dei Siciliani, [...], attinse a fonti popolari; eppure i Siciliani avevano innanzi a loro il gran libro della tradizione e potevano a tutto loro agio consultarlo. Inesplicabile poi che una tradizione come questa, tutta messinese, non abbia avuto in quella città un amoroso raccoglitore, e che anzi tra tutte le narrazioni storiche della Sicilia, quelle degli scrittori di Messina (...) sono le meno calde di entusiasmo, prive di originalità, scarse di novità, anche minime di circostanze particolari." Insomma la necessità di un seguito era reale già tanto tempo fa.
Dietro la stesura dell’editing ti ha aiutato qualcuno?
Il mio editore Gianluca Buttafarro e il mio editor Ilaria Zapponi.

Come ti è venuta in mente l’idea di questo “intruglio” chiamato Morgana?
Ho voluto giocare con la granita siciliana e leggendo fra le righe se ne può anche leggere la ricetta. 
La cultura popolare passa anche per queste cose...
Il tuo libro è pieno di riferimenti alla trazione orale, alle leggende, i miti ed il folklore, in tutto ciò ti sei documentato per interesse personale oppure solamente per la stesura del libro?
È venuto tutto dalla curiosità personale di scoprire quali erano le mie origini e la mia identità culturale, in seguito più andavo a fondo più scoprivo un serbatoio enorme di storie che non aspettavano altro che di essere raccontate, magari questa volta con la possibilità di uscire dalla loro cornice antiquata e prendere le loro scelte.

Per via del finale che non sveliamo, ci sarà un sequel del tuo libro?
Le leggende siciliane sono così tante che sarebbe impossibile inserirle tutte in un solo romanzo, per cui ho in mente una trilogia di romanzi circolari, in cui il tempo non scorre in modo lineare, come per gli uomini, ma in modo ciclico, seguendo la vita dei miti.
C'è in programma un secondo libro?
Sì, e potrebbe uscire a breve.
Con questo libro c'è un messaggio che avresti voluto comunicare?
Forse quello che "le belle storie non finiscono mai". Credo che la grande prova per riconoscere se una storia funziona o meno sia quando ci sorge spontanea la domana "e poi? Come continua?". Per me è sempre stato così ascoltando la storia di Colapesce.
Dopo la pubblicazione del tuo libro sotto quale aspetto è cambiata la sua vita?
Ho cominciato a scrivere per leggere meglio, ora leggo per scrivere meglio.
Un libro o un autore da leggere assolutamente secondo te?
Viaggio al termine della notte di Céline.
Ti è mai venuto il blocco dello scrittore?
No, personalmente credo sia una falso mito della scrittura. Come per ogni altra arte richiede costanza e dedizione e l'unico modo per superare un momento di poca concentrazione è quello di sedersi alla scrivania e non alzarsi fino a quando non ne esce qualcosa.

Ultime domande più personali:

Un libro che secondo te un lettore deve leggere almeno una volta nella vita, qual è? 
Finzioni di Borges, un libro che mi ha fatto esplodere la mente.

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