La mia intervista ad Elisa Fengari autore del libro Gli intessitori di sogni & altri racconti

La scrittrice che stiamo per conoscere oggi è una donna molto particolare, dalla personalità unica e misteriosa, con un fascino abbastanza raro.
Elisa Fengari è nata a Torino nel 1993, è una scrittrice di romanzi di genere distopico e onirico. 
  • Nell'aprile del 2019 riceve la menzione di merito per la Silloge "Acerba"; ed il primo premio per la Fotografia "Pensieri Posati" al Concorso Internazionale Giglio Blu di Firenze;
  • Nel giugno del 2019 appare con la pubblicazione della Silloge "Amabile Onda" nell'Antologia "Poesie per Ricordare" di Aletti Editore;
  • Nel gennaio 2020 esce la seconda pubblicazione, ovvero la raccolta di racconti "GLI INTESSITORI DI SOGNI & Altri Racconti";
  • Nel aprile 2020 Elisa esordisce come vincitrice del Premio Speciale "Lerici" con l'Opera "La Venere Moderna" al Concorso Internazionale "Dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron, alla Val di Vera 6 ed."
Andiamo a conoscerla meglio:

Elisa Fengari, scrittrice, Ghostwriter, fotografa, artista, chi sei? 
Sono tutto ciò che possa farmi esprimere. Scrivere, fotografare, creare, in realtà sono per me frutti dello stesso albero. Prima di tutto sono Elisa che ha qualcosa da raccontare.
Da dove proviene questa tua vena artistica?
È maturata fin da tenera età, ho avuto la fortuna di avere una madre che ha subito compreso la mia natura accompagnandomi a scoprirla sempre più a fondo. Ma credo che l’apice della sua maturazione sia stato nel momento in cui ho preso per la prima volta una macchina fotografica in mano. Ho sentito quella voglia incontenibile di afferrare i momenti, renderli qualcos’altro, riportarli alla sua forma originale e poi di nuovo sconvolgerli. Quello che poi ho iniziato ad aver bisogno di sperimentare anche con le parole. 
Da dove nasce l'idea di raccogliere i tuoi racconti in un libro?
Per diversi anni ho vissuto all’estero, in quel periodo scrivevo molto ma senza l’intento di voler pubblicare. Quasi per gioco partecipai ad un concorso internazionale fiorentino e vinsi due premi che mi riportarono in Italia. Quel traguardo inaspettato mi diede la spinta di chiedermi: “Perché no?”. Avevo alcuni racconti nel cassetto che avevano tra loro una sola cosa in comune: erano in assoluto i primi! Così decisi che avrei potuto farne una raccolta.
C’è qualcosa di autobiografico nel libro?
Ogni racconto prende ispirazione da un momento della mia vita. Il racconto de Gli Intessitori di sogni nacque dal domandarmi cosa fossero gli incubi, poiché i miei sonni ne son sempre stati costellati. O Un giorno su Plutone che racconta di come sia facile lasciarsi imbrigliare dal mondo virtuale e perdere il senso della realtà.
Per scrivere i tuoi racconti, ti sei ispirata a qualcosa o qualcuno?
Uno dei racconti che ho adorato scrivere, Camera numero 7, è stato ispirato da un reale caso clinico riportato da Sigmund Freud. Lo trovai estremamente affascinante nella sua particolarità. Altre volte mi è capitato di sentirmi completamente trasportata dalle scene di qualche quadro; tuttavia non prendo mai ispirazione da persone che conosco. Piuttosto mi piace cogliere qualche piccola nota nei passanti, gesti casuali, talmente spontanei che mi si imprimono in maniera naturale nella mente. 
L’insieme dei racconti presenti nel libro sono stati pubblicati precedentemente sul tuo sito personale e poi raccolti in un libro? (oppure sono un’esclusiva per chi acquista il libro).
No, questi sono del tutto esclusivi e inediti!
Quando hai scritto “Gli intessitori di sogni & altri racconti” pensavi di rivolgerti ad una determinata categoria di lettori? 
Principalmente avevo voglia di rivolgermi a coloro che sentivano di aver perso qualcosa per strada, che in un modo o nell’altro si erano posti le mie stesse domande. Sono stata molto contenta nel ricevere alcune risposte dai miei lettori cui hanno sentito di aver vagliato argomenti che l’interessavano particolarmente.
Nel tuo libro mi ha sorpreso, il modo di esprimere le sensazioni dei personaggi, personalmente sono entrato in sintonia con Osidio, i tuoi racconti possono essere il frutto della tua sensibilità e percezione del mondo?
Mi fa molto piacere sentirlo! Sì, è ciò che spero sempre che i lettori possano scorgere.

Riguardo i racconti presenti attualmente sul tuo sito elisafengari.com, ovvero: “nuda”, “somnus”, “notte”, “la ladra di libri”, “il volto”, “il patto” sono un’esclusiva per i tuoi lettori online oppure in futuro saranno raccolti in un libro?
Sono certa che in futuro diverranno parte integrante di una seconda raccolta!
I tuoi racconti sono del tipo distopico e onirico, per quale motivi hai preferito questo genere?
Sai, ho sempre adorato il modo in cui, padroneggiando un poco questi generi, si possa arrivare ad avere la percezione che l’irreale sia reale. Sono platonicamente figlia di autori come George Orwell, Ray Bradbury e Haruki Murakami, artisti che quel tocco folle riescono a plasmarlo affinché diventi assolutamente possibile e palpabile. 
In base i commenti ed i tuoi followers, tuoi lettori sono soprattutto uomini o donne?
Ho un rapporto del 40% di donne e 60% di uomini, un equilibrio che via via sta tendendo a pareggiarsi e ne sono molto felice!
Questa tua passione per la scrittura c'è sempre stata?
Alle medie la mia maestra di lettere aveva un simpatico terrore nell’affidarmi temi, li chiamava i “polpettoni” per via della loro lunghezza! Effettivamente posso dire che sì, fin da piccola amavo tanto scrivere e raccontare! 
Hai mai fatto un corso di scrittura creativa oppure è un'opera da autodidatta?
No, nasco completamente come autodidatta.
Avevi da sempre in mente questo titolo “Gli intessitori di sogni & altri racconti”?
Inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi “Evocs”, omonimo di uno dei racconti inseriti, ma poi optai per "Gli Intessitori di Sogni" poiché lo avevo scelto come racconto di apertura in quanto trattava dell’argomento di cui desideravo il lettore s’imbattesse fin da subito.
Con questo libro c'è un messaggio che avresti voluto comunicare?
Non riesco mai a definire un solo messaggio, ve ne sono diversi e sono sempre incuriosita nel sapere quale tipo di visione ogni singolo lettore ne ha tratto. Però sì, uno ve ne è con certezza: ognuno di noi ha le capacità per rispondere a qualunque domanda. Sono insite in noi fin dall’inizio. A volte ci facciamo distrarre dalle migliaia di cose che ci circondando, ma se scorgiamo dentro di noi in profondità son tutte lì quelle risposte, che non aspettano altro che venir scoperte.  
C'è in programma un altro libro?
Sì, attualmente sto scrivendo il mio primo romanzo “Oscura”, che tratterà della vita degli Eterni tra cui l’Oscurità: eterna dea che sentirà affezione per il primo uomo nato sulla Terra, Adamo.  Ed in preparazione un secondo libro, “Iride 2084”, un romanzo distopico che racconterà la vita nel 2084, cento anni dopo il Grande fratello di George Orwell.  
In futuro pensi di proporre un tuo manoscritto ad un editor?
Sì, mi piacerebbe molto ottenere una collaborazione editoriale!
Ti è mai venuto il blocco dello scrittore?
Purtroppo sì, tutte le volte che mi ci scontro penso che non ne uscirò mai più e alla fine, incredibilmente, diventano sempre nuovi inizi da cui ripartire
Un libro o un autore da leggere assolutamente?
Ce ne sarebbero molti, ma mi sento di consigliare Ray Bradbury, qualunque suo libro è dotato di una delicatezza e allo stesso tempo di una forza incredibili, soprattutto Fahrenheit 451

Ultime domande più personali:

Nella vita privata sei fidanzata o ti frequenti con qualcuno?
Mi frequento con una persona e se son fiori…
Il tuo sogno nel cassetto?
Una casetta nel bosco, due gatti ed un cane davanti al camino

Infine ringrazio Elisa Fengari per la sua intervista.

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