mercoledì 9 marzo 2022

Recensione di: Almarina di Valeria Parella

Il testo in questione è già noto per la sua candidatura al Premio Strega 2020, Valeria Parella con semplicità ed un velo di nostalgia è stata in grado di raccontare l’amicizia fra la Professoressa Elisabetta Maiorano, insegnante di matematica presso l’istituto penitenziario minorile dell'isola di Nisida e la reclusa Luchian Almarina. In questo luogo denso di secondini e giovani delinquenti con cicatrici profonde e le anime logorate, la protagonista incontra la giovane Almarina, ovvero una ragazza di nazionalità rumena dalla personalità schiva e silenziosa, divenuta tale a causa del suo terribile passato, fatto di violenza e maltrattamenti. La Maiorano ha le proprie difficoltà, diffida delle persone, soprattutto da quanto è diventata vedova; dal canto suol la piccola Almarina ha smesso di credere negli adulti per via degli abusi subiti. Tuttavia, fra i due si crea una sorta di legame, insieme saranno in grado di donarsi sostegno reciproco e colmare le ferite l’una dell’altra.

Secondo il mio punto di vista: la forza di questo testo è data dal desiderio dei personaggi principali; Almarina e la professoressa Elisabetta Maiorano, di volersi scoprire a vicenda, poiché ciascuna vede nell’altra una parte di se stessa. Nello stesso tempo il racconto si divide fra il passato dell’insegnante di matematica e quello della giovane detenuta. In particolare, Elisabetta con la presenza di Almarina cerca di colmare l’assenza del marito dovuta alla vedovanza, ed in lei scorge le sofferenze di chi è sola, questo punto diventa il fulcro su cui si fonda l’intero racconto; l’amore verso se stessi e verso gli altri. In una trama dal linguaggio scorrevole, semplice e malinconico, ma per alcuni aspetti anche crudo, triste, testimone dell’amara realtà dei carceri minorili.
Piccoli detenuti, tormentati dai fantasmi del loro passato, senza un futuro e senza legami, con un’anima dilaniata nel profondo.
L'autrice in questo è stata davvero efficace, perché affronta la situazione senza se e senza ma, evidenziando le cicatrici dei più piccoli, ferite che subite durante l’infanzia probabilmente non andranno più via. I bimbi, ora adolescenti, si mostrano bisognosi d’imparare non un programma imposto da un ministero, bensì d’imparare a vivere, per ricominciare da stessi e poi per ricostruirsi un vita, per cercare un posto nella società.
Invece spesso, purtroppo, i docenti non lasciano nulla nelle menti e nel cuore dei propri allievi, ed è proprio su questo punto che Valeria Parella invita il lettore a riflettere.
Salvo alcuni tratti confusi e poco lineari della trama, il filo narrativo scorre tuttavia in maniera lineare.

Conclusioni: secondo un mio punto di vista strettamente personale, Almarina è un testo bellissimo, poiché mi ha saputo intrattenere, perché spinto dalla curiosità di conoscere il destino della giovane protagonista rumena ed anche della professoressa Elisabetta Maiorano, mi sono anche chiesto durante la lettura se quest’ultima si sarebbe mai dichiarata al direttore del carcere, ma nello stesso tempo il libro mi faceva riflettere offrendomi uno spunto sull’amara realtà di tali giovani.
Posso riconoscere il merito del titolo di finalista del premio strega 2020 e consigliare vivamente la lettura di Almarina.


Vi lascio con alcune frasi e curiosità tratte dal libro:

  • “E quando la collega di lettere ce li dice, noi ascoltiamo e ci guardiamo senza pena né rabbia né disappunto né orrore né solidarietà né per le vittime né per i carnefici. Noi prediamo questi faldoni e li riponiamo nel più remoto archivio della memoria e dopo nascondiamo la chiave. La nostra speranza, credo, è che quel giorno, ora lontano, in cui avranno scontato tutta la pena, tornerà loro nelle mani questa chiave, e dagli archivi spalancati voleranno fogli bianchi senza più inchiostro sopra, immacolati, come il bucato steso alle terrazze.”;

  • “Anche per noi vederli andare via è la cosa più difficile, perché: dove andranno. Sono ancora così piccoli, e torneranno da dove sono venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui. Oppure sono grandi, e allora andranno in altre carceri che non sono questo, che non galleggiano al largo della città involontaria.”;

  • “E’ un principio pedagogico non teorizzato, quello di addolcire la realtà, raccontarla meno brutta.”;

  • “Metti la ics sulla più dura delle possibilità dell’esistenza solo quando ti diventa chiaro all’improvviso che non sono i genitori a fare i figli, ma i figli a fare i genitori.”;

  • “La strada per arrivare a Nisida è lunga e in salita, e tenere tutto assieme è faticoso, e fare tutto bene è impossibile. E così nel quotidiano fare, avevo dimenticato sugli scalini della casa antica, lì dove i ricordi restano in nostra assenza, l’amore delle madri: senza merito, senza reciprocità e senza conquista.”;

  • “Non saprò mai dire se è Napoli o se sono io. Se mi grava addosso tutta assieme perché sono stati giorni plumbei, pieni di paura e dubbi, e sospetto. Oppure se è davvero la vista del palazzaccio dall’altra parte del cancello, l’onda gialla che gonfia, le cupole sotto le nubi, architravi troppo pesanti perché una donna sola possa reggerli.”;

  • “Tutto ciò che scegliamo si rivelerà sbagliato se saremo tristi, e giusto se saremo felici.”

  • Nel testo sono menzionati i seguenti autori; Le ultime lettere di Jacopo Ortis, le canzoni di Maria Lătărețu ed un Valzer di DmitriShostakovich (The Second Waltz).


Dettagli sull’edizione italiana:

La copertina: Rigida
Titolo: Almarina
Autore: Valeria Parella
Lingua: Italiano
Collana: Supercoralli
Casa Editrice: Einaudi
Data di pubbl.: 2019
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Pagine: 136