L’originalità e la creatività tipica del genio viene sempre premiata, essere un genio significa pensare fuori dagli schemi, cantare fuori dal coro e brillare fra tutte le stelle nel buio della notte, Federico Pace con “Scintille” ha scombussolato il mio pensiero sulla narrativa contemporanea, dimostrando come una qualunque impresa epica, scoperta e leggenda ha un suo vissuto, storie di personaggi famosi come quelle di Paul e John dei Beatles, di Boris e Robert giocatori di scacchi durante la guerra fredda fra U.R.S.S. e U.S.A. ed altre ancora sono caratterizzate da sentimenti ed emozioni forti, tali da far nascere e distruggere quel legame che danno un senso alla nostra vita.
Il testo è diviso in 16 capitoli, ciascuno con un suo racconto, il primo inizia con la storia d’amore di Auguste e Camilla, con lo scatto fotografico epico di Dorothea e “The Migrant Mother”, una donna Cherokee con il figlio in braccio, ed altri personaggi realmente esisti, dove i loro legami si rinsaldano e si rompono come nel caso di James Watson e Francis Crick, infatti quest’ultimi dopo aver scoperto la struttura ad elica del DNA si sono separati per sempre, come i Beatles sciolti nel 1969 al termine del loro concerto sul tetto dell’Apple Corps. Gli altri racconti da leggere poco per volta altrimenti si rischia di fare indigestione.
Secondo il mio punto di vista: il grande merito di Federico Pace è la descrizione delle vicende con uno stile in parte giornalistico ed in parte nostalgico e/o malinconico a secondo dei casi, questo è il punto di forza del libro perché tutti i legami nati oppure sciolti segnano l’essere umano e lasciano qualcosa dentro. Allora i veri protagonisti del testo sono i sentimenti, gli stati d’animo e l’emozioni dei personaggi attraverso i rapporti umani, Pace non solo si sofferma sui legami, come l’amicizia fra Boris Spassky e Robert Fisher, ma descrive il rapporto fra madre e figlio come quello di Albert e Catherine, di fratello e sorella come quello di Hanna e Mary, di Sophie ed Hans, fino a spingersi al rapporto fra il fratello di Ernesto Che Guevara, Juan Martin e il suo migliore amico Calica Ferrer, ed infine sorpresa delle sorprese si evince il grande rapporto di compassione fra Nelson Mandela ed il suo secondino di cella Christo Brand.
Il libro è scorrevole ed elementare, il testo non è impegnativo, si possono leggere i vari capitoli fra una pausa e l’altra poiché non sono legati fra loro da un filo narrativo. Inoltre Pace ha uno stile letterario molto sobrio e piacevole, sinceramente sono riuscito a leggerlo in una settimana, forse perché sono stato completamente rapito ed incuriosito dai personaggi e dalle loro storie. Però dovendo tirare le somme fra tutte le vicende narrate non ho gradito la descrizione del rapporto fra Fëdor Dostoevskij e suo padre, mi è parso un rapporto al quanto superficiale e poco profondo rispetto agli altri racconti, anche la storia di Sophie ed Hans in rivolta contro il regime nazista non è stato in grado di suscitare molto il mio interesse, poiché quest'ultima vicenda si conclude di fretta e brevemente con l’arresto da parte della Gestapo tedesca.
In particolare ho apprezzato durante la lettura del testo le similitudini con altre storie, come il rapporto fra Boris Spassky e Robert Fisher simile appunto al rapporto fra Achille ed Ettore dell’Iliade, di Sophie ed Hans come di Gretel e suo fratello nella favola dei fratelli Grimm, ed altri ancora.
Conclusioni: Nell’insieme Federico Pace con “Scintille” è riuscito a conquistarmi, il testo mi è piaciuto, il sotto-testo del libro sono i legami fra i vari personaggi, infine devo ammettere di poterlo considerare ad oggi uno dei miei scrittori preferiti dopo Alessandro Baricco, motivo per cui ho intenzione di acquistare anche un altro suo testo “Controvento”. Da questa recensione si evince un giudizio più che positivo.
La copertina: flessibile
Titolo: Scintille
Autore: Federico Pace
Lingua: Italiano
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Einaudi
Collana: Super ET Opera viva
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Pagine: 200
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