giovedì 7 maggio 2020

Recensione di: Il paradosso del controllore di Gonzalo Hidalgo Bayal

Almeno una volta nella vita dovete leggere "il paradosso del controllore" di Gonzalo Hidalgo Bayal (biografia solo in spagnolo), l'autore racconta la storia di un uomo che per un assurdo scherzo del destino si ritrova alla stazione di un paese, il quale non è indicato mai il nome, ma che dalle caratteristiche del luogo e dal cibo locale lo si può collocare benissimo in Spagna. Il protagonista chiamato semplicemente il “Controllore”, sceso per un caffè nel cuore della notte perde il treno per via di  una partenza del tutto inaspettata, poiché egli crede che l'uomo di fianco al  bancone del bar sia appunto il controllore, allora il passeggero, smette di preoccuparsi della partenza del treno, invece la locomotiva si mette in moto. Il treno porta via con se i documenti, la valigia ed i suoi affetti personali.
Il passeggero misterioso durante il suo soggiorno in tale paese, senza soldi e senza identità inizia la vita da barbone, passando da un rifugio all'altro che per un misterioso motivo prende spesso fuoco, come se qualcuno volesse attentare alla sua vita, nonostante tutto la narrazione si sofferma sui vari personaggi incontrati dal “Controllore”, ciascuno con il peso della propria malinconia e parte di un tessuto sociale povero e degradato, dove il protagonista tende ad instaurare rapporti.

Secondo il mio punto di vista: il romanzo descrive con tratti melanconici ed un atmosfera tetra il passato dei personaggi che il Controllore incontra, l'autore utilizza spesso delle metafore per ribadire il concetto oggetto della sua descrizione, il più delle volte appaiono frasi in latino (come in girum imus nocte et consumimur igni = Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco ) e le parole sono concatenate in un contesto perfetto, ed ogni significato è introdotto nel giusto insieme che si vuole portare a conoscenza del lettore.
Nell'insieme “Il paradosso del controllore” è un opera unica, credo la più bella che io abbia mai letto nell'ultimo anno, ciò di cui sono abbastanza sorpreso è la descrizione dello stato d'animo dei personaggi, legati ad un mondo poverissimo, la cream della cream del sottosuolo sociale; venditori ambulanti, ubriaconi, barboni, prostitute, drogati, fino al punto da evidenziare la triste situazione di alcuni di essi legati alla loro particolare status sociale.
Il Controllore pur di avere un posto nella vita sociale, senza identità e senza averi, nel sottobosco sociale trova una famiglia, grazie all'aiuto di tutti questi soggetti abbandonati al loro destino ma che nonostante la triste condizioni in cui vivono ai margini del mondo, queste persone nei loro rapporti reciproci si tengono compagnia. Per farvi capire il livello descrittivo e letterale di Bayal riporto il seguente passo sulla colpevolezza, quasi stigmatizzata nei confronti di un determinato soggetto:

 “La cosa peggiore fu proprio che non ci furono accuse dirette, ossia non intervennero la giustizia né la polizia, o agenti dell'ordine e della legge, e in mancanza di una sentenza ufficiale, in un senso o nell'altro, si fece strada la sentenza popolare, l'egemonia probatoria della diceria criminale. Non esistono solo persone che continuano a essere considerate colpevoli all'aldilà della loro assoluzione, ci sono anche quelle che lo rimangono addirittura aldilà dell'innocenza stessa, e senza dubbio il controllo faceva parte di questa seconda abominevole categoria. E se è vero che quando lo vedevano passare sulla bicicletta dell'arrotino dai loro occhi saliva un'accusa muta e un ingiusto verdetto, è altrettanto vero che spesso la gente gode dell'ingiustizia… ”

Il merito di Bayal  è di fornire al lettore vocaboli sempre nuovi, infatti, appaiono sempre parole sconosciute che tendono ad arricchire la descrizione ed il contesto in cui sono inserite, tutto ciò porta l'opera ad un livello di comprensione superiore rispetto al livello del comune lettore.
Ergo, non credo che il romanzo sia adatto ad un pubblico qualsiasi, soprattutto per le tematiche sociali descritte, dipinte con tinte forti e con particolari agghiaccianti, un esempio è dato dalla descrizione del passato di una prostituta adolescente descritta nel capitolo 53 (Edizione Socrates 2014).
Il paradosso del controllore di Gonzalo Hidalgo Bayal, non è un romanzo per i deboli di cuore e nemmeno indirizzato ad un lettore alle prime armi, per via della descrizione sofistica e complessa, dal vocabolario abbastanza ricco e dalle frasi in latino. Considerato anche l'insieme delle numerose metafore per descrivere i personaggi, i luoghi e le azioni.
Molto spesso Bayal nel romanzo fa riferimento ad altri suoi romanzi, scoperta fatta dalle note presenti a pie di pagine, un esempio è l'indicazione del monastero dei frati Ervasiani; tale monastero è frutto di una sua invenzione, ma che evidentemente chi legge Bayal da tempo ricollega più facilmente.

Conclusioni: consiglio la lettura di questo romanzo esclusivamente ad un pubblico adulto e dal linguaggio letterario forbito. Per il resto posso affermare di essere rimasto affascinato dalla storia, originale, per nulla scontata, l'autore è un genio peccato non averlo scoperto prima.

La copertina: flessibile
Titolo: Il paradosso del controllore
Autore:  Gonzalo Hidalgo Bayal
Lingua: Italiano;
Traduttore: Simula D., Nove S.
Data di pubbl.: 2014
Casa Editrice: Socrates
Collana: Paesi, parole
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
pagine: 212
Formato: brossura

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