domenica 14 aprile 2024

Recensione di: le strane storie di Fukiage di Banana Yoshimoto

Leggere questo romanzo mi ha ricordato un’altra opera della stressa autrice: “Il coperchio delmare”… malinconia, curiosità ed avventura sono gli elementi principali di questo fantastico libro di Banana Yoshimoto.
L’autrice narra la storia di Mimi e Kodachi Kodama, due sorelle gemelle cresciute nella cittadina di Fukiage, che vivono con una coppia di amici dei propri genitori, poiché il padre è morto in un incidente stradale e la madre giace in coma in un ospedale. In realtà dietro questo misterioso incidente c’è molto di più, cosicché Kodachi, la più coraggiosa delle sorelle, decide d’indagare e di far luce sulla questione. Nel romanzo verranno alla luce le origini “mezzo sangue” delle sorelle Kodama, l’arte della negromanzia praticata della madre, le usanze curiose degli abitanti di Fukiage, le strane storie di fantascienza e dell’orrore che si raccontano su questa città. Decisivo sarà l’incontro con l’abominevole e peloso Isamu, nonché la scoperta dello strano legame fra una tartaruga e la madre di Mimi e Kodachi.

Secondo il mio punto di vista: La trama è lenta, sembra quasi che l’autrice voglia trasmettere il senso dell’attesa, la stessa attesa legata al possibile risveglio della madre delle sorelle Kodama. Il lettore legge con grande entusiasmo spinto dalla curiosità di svelare il mistero dell’incidente della famiglia protagonista.
La Kodachi percorre un viaggio tra le vie di Fukiage, ma nello stesso tempo con la mente ricorda la tragedia della morte del padre e cerca delle risposte negli eventi passati, come se tutta la sua indagine fosse anche una sorta di viaggio interiore.
Banana Yoshimoto da sempre nei suoi testi trasmette quella forte malinconia mista ad una riscoperta vitalità e alla vita misteriosa dei suoi personaggi, si sofferma molto sulla descrizione dei luoghi e dei dettagli, da cui si evincono usanze e costumi della sua tanto amata cultura nipponica. Tra una lenta descrizione e l’altra spesso emerge una frase, una piccola perla di saggezza che interrompe la vitalità delle scoperte per condurre il lettore a riflettere. Purtroppo tale suo tratto distintivo non è sempre apprezzato. 

Conclusioni: Il testo, per chi conosce l’autrice, propone un’idea già collaudata nelle sue opere passate. Si pensi al coperchio del mare, a l’abito di piume, ma questo romanzo acquista punti perché rispetto al passato emerge una penna più scorrevole, meno retorica, più matura e dai testi più completi nella descrizione di personaggi, luoghi, emozioni.
Alla luce di quanto sopra descritto, non mi resta che consigliare questo libro a chi volesse approcciarsi ad una lettura semplice, scorrevole, intensa, capace di trasportarti in un’atmosfera misteriosa dall’altra parte del mondo.

Vi lascio con alcune frasi e curiosità tratte dal libro:

  • “Può anche non crederci. E’ questo potere che ci consente di vivere nel modo che vede. Volevo solo capire fino a che punto il suo cuore possiede l’elasticità necessaria ad accogliere l’ignoto”;

  • In quello stato mentale così precario mi sono documentato in merito alle strane storie che si raccontano su questa città, storie che sembrano di fantascienza o dell’orrore, e che ti fanno perdere di vista il confine tra vita e morte;

  • La fiducia è una luce che illumina il cuore e risplende dall’interno delle persone”;


Dettagli sull’edizione italiana:

La copertina: Flessibile
Titolo: Le strane storie di Fukiage
Autore: Banana Yoshimoto
Lingua: Italiano
Traduzione: Gala Maria Follaco
Collana: I Narratori
Casa Editrice: La Feltrinelli
Data di pubblicazione: Ottobre 2022
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Pagine: 158


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